Oggi comunemente si sente parlare sempre di più di stress, ma realmente lo si conosce? Cos’è e quali sono gli effetti metabolici, qualitativi e non che provoca sul benessere della persona?
Lo stress oggi è denominato come la malattia del secolo che accompagna la nostra società, e si evince purtroppo già in giovane età. Quando si sente parlare di stress spesso gli si attribuisce un qualcosa di negativo ma non è sempre così, ci sono due canali che camminano parallelamente; il primo è quello della salute e del benessere, il secondo è quello della malattia e dell’incapacità di governare la propria salute.
Un esempio facile di stress positivo (eustress) può essere visto nel progettare una vacanza al mare che, nonostante l’impegno per prepararla, magari tante ore di volo e qualche difficoltà nell’organizzazione, la persona si impegna affinché vada tutto per il verso giusto. Questa tipologia di stress è di tipo acuto, quello di cui bisogna preoccuparsi per la salute è di quello cronico (distress).
Lo stress non è altro che la risposta ad uno stimolo pronto a modificare la nostra omeostasi, e per varie ragioni questo stimolo ci sarà sempre nelle nostra vita quindi, se riflettiamo non è lo stress in se che è dannoso ma il modo in cui lo si vive, lo si affronta con l’intera persona (emozioni, stato cognitivo, respirazione, sistema ormonale, ecc..), perché non funzioniamo a compartimenti stagni, il corpo e la mente sono l’uno il sinergico dell’altro, non c’è divisone.
Lo stress cronico è pericoloso perché porta l’organismo ad una situazione di allarme continuo, di continua tensione muscolare anche in momenti non opportuni, pregiudicando la salute dell’organismo. I sintomi più comuni sono: ansia, irritabilità, scarsa concentrazione, pensieri ripetitivi, insonnia, palpitazioni, sudorazione, vertigini, mal di schiena, fitte, spasmi ecc.… mentre le patologie ad esso correlate sono: allergie, disturbi sessuali, gastrici, alterazioni dei battiti cardiaci, psoriasi, amenorree, diabete, alterazioni tiroidee, ecc.… quest’ultime sono molto frequenti ai giorni d’oggi.
Ma come può esso influenzare l’allenamento ed il sistema ormonale? Vediamolo in breve…
L’ormone per eccellenza dello stress è il cortisolo, è un ormone lipolitico prodotto dalla zona fascicolata della corteccia surrenale, svolge molteplici funzioni ed interagisce con altri ormoni quali (testosterone, gh, insulina ormoni tiroidei ecc.). Rappresenta un ruolo importante per il mostro organismo perché risulta un forte antinfiammatorio endogeno difendendo il nostro sistema immunitario, ha permesso “l’evoluzione della specie” fornendo insieme alle catecolamine e attraverso la glicogenolisi energia (zuccheri) immediata in situazioni di forte emergenza (attacco-fuga), induce un aumento della glicemia evitando cali glicemici e contrasta l’azione dell’insulina attraverso la gluconeogenesi.
Le difficoltà si evidenziano quando quest’ormone è perennemente sollecitato da eventi stressogeni ed il modo con cui si affrontano perché lo inducono a valori ematici cronicamente alti, provocando poi resistenza-insulinica inibendo l’azione dell’insulina riducendo di conseguenza l’assorbimento di glucosio da parte delle cellule, situazione che può portare al diabete, infiammazione dei tessuti (ritenzione e cellulite nella donna) aumento del grasso viscerale dannoso per la salute cardiovascolare, diminuzione della funzionalità tiroidea, squilibrio del ritmo sonno veglia e tantissime altre problematiche che non basterebbero pagine.
Se ad uno quadro del genere aggiungiamo una dieta iperproteica chiodo fisso di chi si allena con i pesi peggioriamo ancor di più, perché avremo un’ipersecrezione di cortisolo dovuto dall’organismo che si ritrova a smaltire aminoacidi in eccesso a livello epatico e residui tossici dati da elevate quote proteiche.
E l’allenamento? In questa situazione di stress “sistemico”, gli allenamenti andrebbero svolti con esercizi a grandi catene (multiarticolari), dare uno stimolo neurale con ripetizioni (5-6) a buffer, evitando assolutissimamente il cedimento muscolare e abbassare la loro frequenza che sicuramente sarà alta. Questa situazione coadiuvata da un riequilibrio dell’alimentazione permetterà un ripristino della funzionalità del sistema nervoso simpatico, della funzionalità ormonale e linfatica specie nella donna. Avremo cosi un miglioramento della persona a 360° che è l’obiettivo cardine dell’attività fisica e di conseguenza le permetterà di vivere lo stimolo stressante diversamente, magari generando anche pensieri ed emozioni positive. Poniti degli obiettivi a medio lungo termine e lavora sodo, non esistono farmaci o prodotti che compiono miracoli, affidati a professionisti del settore che solo il lavoro della forza della costanza ti porterà a raggiungere grandi risultati.
Dott. Antonio Iovine