Mancanza di movimento o disfunzione?

Oggi a causa di una società pilota si ci ritrova sempre di più incollati a videogiochi e telefonini,
cose che ti portano a stare seduti ore ed ore, così come lavori da scrivania o da
cassiera/e…giusto per citarne alcuni… che come conseguenza ti fanno muovere di meno. Molti studi dimostrano che la mancanza di attività fisica si correla ad una cascata di problematiche per il nostro organismo, come quelle ormonali, metaboliche e cardiovascolari. Ma ci sono altrettanti studi che attestano che un suo eccesso non da giovamenti al corpo. Nasce spontanea la domanda: quante volte dobbiamo allenarci? la risposta è dipende! che obiettivi hai? sei un professionista? quanto tempo hai a disposizione? ecc….ecc…

Ora, immaginiamo un soggetto adulto o adolescente che va ad iscriversi in
palestra perché stanco della sua inattività e vuole migliorare la sua condizione fisica. Al 99%, e velo dico per esperienza non per ricerche o studi dimostrativi vengono messi sulle macchine isotoniche, a mio modo di vedere è grande un errore, perché non gli verrà dato modo di allenarsi attraverso i movimenti per i quali ci siamo evoluti. Però esiste per fortuna anche chi agisce diversamente. Ciò non vuol dire demonizzare la macchine isotoniche ma semplicemente verranno usate più avanti.

All’inizio I loro movimenti risulteranno acerbi, rigidi, non consapevoli,
andando a tentativi ed errori. Da qui si apre un mondo dove si iniziano a trovare mille
“disfunzioni”. Es:  Nell’esecuzione di un’accosciata, uno squat senza sovraccarico (spero) si
vedono spesso persone che perdono il controllo delle ginocchia, o curvano la schiena o fanno
partire il movimento dalle ginocchia stesse.

  • Colui che li segue (preparatore, coach, p.t.) inizia col dire: guarda che hai un deficit del gluteo medio, metti questa (mini band) vedrai che andrai benissimo

oppure

  • hai la caviglia bloccata, fai questo esercizio (ankle mobility) e vedrai dopo come starai..

Ma in natura nelle fasi evolutive non è che abbiamo imparato prima a correre e poi a camminare, ma bensì il contrario!!!
Se siamo ai primi approcci, o anche no, la prima cosa da fare è far capire come va effettuato
quel gesto motorio, perché la mancanza di coordinazione intra/intermuscolare, la non
attivazione del sistema nervoso centrale, la consapevolezza del gesto e l’inesperienza
porteranno quasi sicuramente all’errore.


Quindi bisogna far ripetere, ripetere e ripetere l’esecuzione e man mano dare i giusti input 
affinché il soggetto possa eseguirlo in maniera corretta. In questo caso gli input potrebbero
essere ad es:

  • porta il bacino dietro come si ti volessi sedere,
  • le ginocchia devono seguire la punta dei piedi,
  • quando scendi e poi spingi per risalire senti il peso su tutta la pianta del piede.


Potrei andare avanti ad oltranza, ma spero sia passato il concetto, ovviamente questi input verranno
dati poco a poco perché poi esiste la soggettività non per forza quel che funzione
per l’uno vale per l’altro.. A questo punto, la persona è padrona del movimento perché l’ha
ripetuto più volte in più allenamenti, ha la giusta coordinazione, si percepisce e sente i muscoli
che si devono attivare.

Se ciò non dovesse ancora risultare sufficiente, se dovessero ancora esserci delle difficoltà,
allora si passerà ad una valutazione biomeccanica, anziché usare stratagemmi inutili come le
mini band e “diagnosticare” disfunzioni, se poi si vogliono usare per far scena… a voi la coscienza!

Con questo non voglio demonizzare le mini band, anzi in un secondo momento ci possono essere d’aiuto per un’attivazione muscolare mirata, ma in un primo approccio non credo siano utili.

Siamo fautori del movimento, esso rappresenta la vita e per questo le persone bisogna farle
muovere con criterio e step by step, dal semplice al difficile dal difficile al complicato. Poniti
degli obiettivi a medio lungo termine e lavora sodo, non esistono esercizi o attrezzi che compiono
miracoli, ma solo il lavoro della forza della costanza ti porterà a raggiungere i risultati.

Dott. Antonio Iovine

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